giovedì 20 giugno 2013

EIFF2013: Breathe In

Il film d'apertura di questa edizione dell'Edinburgh International Film Festival è un film sulle relazioni che, a detta dello stesso Chris Fujiwara, è estremamente realistico, una storia che può succedere a chiunque pur mantenendo una straordinarietà tale da essere degna di racconto.

Keith è un insegnante di musica al liceo che la sua stessa figlia frequenta, vive nella tranquilla periferia di New York una tranquilla vita borghese. Ma Keith è anche un musicista appassionato che sogna di poter dedicarsi interamente a questo suo amore.
Le cose cominciano a cambiare con l'arrivo di Sophie, ragazza londinese, che partecipa ad uno scambio culturale per un semestre.
Inizialmente ben inserita e accolta a braccia aperte dalle donne di famiglia, a poco a poco Sophie, che si scopre essere un'eccellente pianista, lega sempre più profondamente con Keith, costruendo sempre più un rapporto esclusivo con risvolti che è ban facile immaginare.

Sebbene si parli, in fin dei conti, di tradimento e relazioni clandestine, questo film è lieve come una delle delicate sinfonie che accompagnano la storia in tutta la sua durata. La passione che lega Keith e Sophie non è fisica, ma intellettuale, passionale. Si amano con le parole e con gesti casti e dolci, con la stessa delicatezza con cui un musicista tratta il suo strumento.
Sono due disadattati nei mondi che dovrebbero invece appartenergli.
Keith è un violoncellista talentuoso che insegna solo per meglio inserirsi nell'ideale di famiglia che sua moglie ha pensato per loro, trascinato dalle vicissitudini della vita in un'esistenza che ormai non sente più propria, e si fa in lui sempre più forte il desiderio di abbracciare quella che è la sua più intima passione, la musica, a tempo pieno. Un desiderio che non è minimamente compreso dalla moglie e dalla figlia.
Sophie è una neo diciottenne che viaggia con Jane Eyre nella valigia, è taciturna e distante, non le interessano le sbronze o le feste e preferisce leggere quando altri si divertono in piscina. Non solo. Sophie è una pianista divina che ama talmente suonare da non voler piegare questa sua passione alle convenzioni che la costringono, decidendo di sedersi al piano solo perchè viole farlo e non perchè deve.

Felicity Jones (Sophie) e Guy Pearce (Keith) al piano
Esclusi dai mondi cui dovrebbero appartenere, Keith e Sophie si trovano e si spiegano l'uno nell'altra. Indicativo il momento in cui, per la prima volta nel film, tutta la famiglia assiste ad un concerto di Keith, su richiesta di Sophie. E' proprio a quel concerto che alla scintilla fra i due viene permesso di prendere vita.
Ed è sempre allo stesso concerto che il mondo esclusivo di Kaith e Sophie comincia a costruirsi attorno a loro: prima in disparte, non capiti dagli altri, ora sono loro al centro dell'attenzione, escludendo gli altri. E ovviamente questo non passa inosservato.

In Sophie c'è il concetto di libertà pura, quella libertà totale e assoluta, così intensa da spaventare. E questa libertà è presente in tutto il film, nelle scelte che i personaggi prendono o dovrebbero prendere, in quello che vogliono e agognano, in quello che lo spettatore si aspetta o spera per loro. E tutte queste voci e questi pensieri vanno a formare un quadro generale complicato come è complicata la vita, dove decidere di seguire una tale libertà comporta conseguenze anche gravose che il singolo, forse, non è pronto ad accollarsi.

Una colonna sonora intensa e coinvolgente, costituita principalmente da note classiche accompagna gli attori in questo film quotidiano e straordinario insieme.
Guy Pearce nel ruolo di Keith e Felicity Jones in quello di Sophie sono semplicemente splendidi. Lui incarna perfettamente l'uomo maturo con un cuore giovane ancora pronto a vivere i sogni lasciati nel cassetto per troppo tempo, lei detiene in sè una dolcezza passionale perfetta per Sophie, giovane donna che si affaccia ora alla vita, con un mondo davanti ad attenderla pieno di aspettative.

Il cast completo Makenzie Davies, Felicity Jones, Amy Ryan e Guy Pearce

Il film ti pacifica, dandoti quel senso di serenità piena che solo le grandi pellicole riescono a raggiungere lasciandoti, al tempo stesso, come fosse una melodia lontana nella tua mente, una vena malinconica che non disturba e anzi, quasi, ti fa vedere ciò che ti sta intorno con uno sguardo più profondo.

Poichè non è ancora disponibile un trailer chiudo questa recensione con la stessa canzone che chiude il film... Enjoy.





2 commenti:

  1. Sembra un bel film, grazie per la bella recensione!!

    Ma, domanda: i primi due film che hai recensito (What Maise knew e l'altro), non erano parte del Festival?

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  2. Si erano entrambi parte del festival che per la stampa è cominciato già lunedì, tra l'altro proprio con questo film. La serata di ieri era la prima serata per il pubblico.

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